XII domenica tempo ordinario- anno B

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore

Quante volte, Signore, sopraggiunge la sera – attesa o inaspettata, poco importa – nella nostra giornata, quando cala il buio della fatica, dell’incertezza, del dubbio, della paura, del male e, persino, del nostro peccato. È allora che ci dici di andare “oltre”, di passare altrove su altri lidi, altre rive. Dirigerci su altre sponde con la serena fiducia di averti preso con noi. Eppure, nelle tempeste dell’umana vicenda come della nostra storia personale, non è facile non sentirci “perduti” mentre imbarchiamo acqua da tutte le parti; persino il restare a galla pare impossibile, figurarsi navigare sereni. Ma perché abbiamo paura? Se ti “abbiamo preso” con noi, perché temiamo? Perché non abbiamo ancora fede?
Probabilmente ci rispondi, oggi, per bocca di Paolo (cfr. 2Cor 5,14-17). Forse perché ti abbiamo preso ma non ci siamo lasciati prendere da te, non abbiamo lasciato che il tuo amore ci possedesse. Forse perché continuiamo a vivere per noi stessi, per i nostri piccoli progetti, per poveri orizzonti, per mediocri destinazioni, così facili da affondare, proprio perché piccole e irrisorie, piuttosto che veleggiare con te. Ti prendiamo con l’intento di portarti dove vogliamo noi piuttosto che lasciarci prendere e portare da te dove il Padre vuole. Probabilmente ancora guardiamo te, o Maestro, e gli altri alla maniera umana invece che attraverso lo sguardo dello Spirito e l’intelligenza della fede.
Donaci, Cristo Gesù, di arrenderci veramente al tuo amore, lasciarci possedere da esso, perché il tuo amore è lo Spirito santo, quello Spirito che ci permette di veleggiare pure in ogni tempesta e vento contrario.
Facci possedere da questo amore, dal tuo Spirito, cosicché possiamo essere davvero creature nuove che hanno la fede per vedere, la speranza per navigare, l’amore per perseverare senza paura.

Amen