XXV domenica del tempo ordinario – anno B

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore.

Riuscirai mai, Signore, a convertirci il cuore se neppure riesci a cambiarci la testa?
Quanta fatica nel venire “dietro” a te, nella sequela che calca la tua strada. Tanto spesso sembri percorrere un cammino “in solitaria” pur avendo noi vicino, ma forse non ancora prossimi al tuo farti nostro prossimo col darci la tua vita…
Ci indichi la rotta ma non sappiamo imboccarla perché intenti a guardarci, competitivamente, l’un l’altro invece che guardare a te, orizzonte ultimo del nostro essere ed agire.
E mentre ci parli di donazione, noi lottiamo per mera affermazione. Facciamo battaglie che divengono guerre senza vincitori.
Quando faremo nostro l’agire di Dio – follia per il mondo – secondo cui per vincere occorre saper “perdere”?
Quando le parole odierne del libro della Sapienza – assai dure da digerire per il nostro cuore, facilmente corruttibile dal peccato – sapranno plasmarci in modo da sopportare persino “la congiura degli empi” che potrebbero tenderci insidie?
Dacci la tua forza per esser sempre giusti della tua giustizia; quella forza che accetta di sembrare debolezza, solo perché rimette a Dio Padre la propria difesa e salvezza.
Facci comprendere che il silenzio è grazia quando siamo nella tua volontà. Mentre quando ci vergogniamo di parlare – come gli apostoli nel vangelo di oggi – è solo perché, quanto dovremmo dire, non fa onore ai tuoi discepoli.
Infatti potremo pure camminare, silenti, a spalle curve per il fardello della prova, ma sempre a capo ritto per la serenità del cuore, s’è posto nelle mani tue.
Un cuore posto in un tesoro che non sei tu, Signore, non può far altro che ammutolire.
Aiutaci a comprendere che il silenzio di chi sta nell’obbedienza, come te, parla assai più eloquentemente di chi cerca vane parole…
È la tua via, quella del servo obbediente, anche quando deve essere pure sofferente.
È la via di chi ha l’umiltà d’obbedire, come lo schiavo, per compiere il proprio dovere senza ribattere o contrattare sconti a quanto deve fare per essere dono per gli altri.
È la via dell’umiltà di chi sa accogliere proprio i bambini perché essi non possono dar nulla in cambio se non la purezza del loro affetto, l’innocenza dell’amore gratuito che tu stesso sei venuto a portare dal seno del Padre.
È la via umile dell’obbedienza e della gratuità che vince ogni sorta di gelosia e di spirito di contese, fonti quest’ultime di ogni divisione e cattiva azione.
Dacci la Sapienza per poter combattere ogni genere di divisione, guerra fratricida, acredine, con la purezza, la pace, la mitezza, l’arrendevolezza, la misericordia ed i buoni frutti che essa genera, con piena imparzialità e totale sincerità. Poiché solo la falsità ha bisogno di maschere o di illusioni e “l’illusione è necessaria per mascherare il vuoto che c’è all’interno” (A. Erickson).
Nella verità si semina la pace; infatti “per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia”. Un seme che – come ogni seme – per fruttificare necessita il “morire” che genera vita. Essa ha sempre bisogno di tempo per compiersi, realizzarsi, maturare…
Donaci il tuo Spirito, Signore, perché ci converta il cuore e lo conformi al tuo, allora pure la testa capirà donde viene il male e lo combatterà, sapendolo scovare dentro sé piuttosto che nell’altrui cuore. Vincendo le proprie passioni con l’umiltà, l’obbedienza e la gratuità, impareremo a costruire unità ovunque ci chiamerai ad essere.

Amen