Pregando la Parola
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore.
Ad ascoltare la Parola di oggi, tutto sembra invitarci alla novità che nasce, meglio risorge, dalla Pasqua. Cieli e terra nuova, Gerusalemme nuova, cose nuove, fino all’apice di un comandamento nuovo che, in verità, sta alla base di tutto ciò che di nuovo tu vuoi fare, Signore, assieme a noi.
Eppure, se guardiamo la nostra storia – recente o lontana che sia – sembra che avesse ragione Qoelet nel dire che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. Altro che amore in grado di generare nuova vita! La vita continua ad essere umiliata dall’arroganza del male, dalla strafottenza dei malvagi. Sembrerebbe che dobbiamo dire che è la solita vecchia storia, dove i potenti umiliano i piccoli e i poveri; dove chi siede sui troni non fa altro che ergersi ancor di più sui cadaveri degli emarginati o degli scarti della società.
Dove e come poter vedere questi “cieli e terra nuovi”?
Facile a dirsi: essendo noi, nuovi. Difficile a farsi.
Come farlo?
Col comandamento nuovo: amarci gli uni gli altri come tu ci hai amato.
Tuttavia, anche questo comandamento – dopo due millenni – pare vecchio se, alla fine, sembra tanto predicato e poco praticato proprio da chi dovrebbe farne il tratto distintivo della propria appartenenza a te, della propria vita cristiana quindi.
Come mai, Signore, ci hai proposto un ideale di vita così tanto alto da essere difficile da rendere reale?
Probabilmente perché abbiamo svincolato il tuo comandamento dal contesto in cui lo hai donato a noi.
Infatti è questa la vera “novità”.
Tu ci hai amati non quando ti abbiamo amato; non perché ti abbiamo corrisposto, accogliendo il tuo messaggio o il tuo donarti; non quando eravamo amabili…Tu ci hai amato quando Giuda, nostro fratello, è “uscito dal cenacolo” per tradirti, per consegnarti a quanti ti avrebbero voluto togliere di mezzo. In lui, tutti noi siamo “usciti” dalla relazione con te. E tu, in quell’istante, ci hai amato, compreso Giuda – tanto che nel Getzemani lo hai continuato a chiamare “amico” -, insegnandoci che si ama davvero in modo nuovo quando si fa come te, ovvero nella gratuità del donarsi senza esser corrisposti. Amarci gli uni gli altri come tu ci hai amato è novità di vita se, come te, non aspettiamo l’occasione propizia ma la creiamo noi. Lo aveva ben compreso il mistico San Giovanni della Croce, quando scriveva: “Dove non trovi amore, metti amore e troverai amore”. Mentre, troppo spesso, per amarci gli uni gli altri attendiamo che le situazioni siano propizie, le opportunità scendano dal cielo già pronte piuttosto che farle germogliare dalla terra col “sudore della nostra fronte”.
Donaci il tuo Spirito, Signore, perché ci faccia generare vita nuova col nostro amare per primi, sempre, comunque…senza condizioni. Allora saremo tuoi discepoli e, gli altri, ci riconosceranno.
Amen