Pregando la Parola
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».
Parola del Signore
Quante cose turbano il nostro cuore, o Maestro, ma spesso non sono quelle che tu penseresti e, tanto meno, quello per cui hai confortato i tuoi discepoli quella sera prima della tua passione. Loro erano turbati al doversi staccare da te; al pensiero di non averti più fisicamente accanto, come avevano imparato a fare per ben tre anni. Turbati nel guardare l’orizzonte e non sapere come andare avanti, cosa fare senza la tua guida, in che modo vivere senza di te.
E noi per cosa siamo turbati, Signore? Con tutta probabilità non per gli stessi motivi o, almeno, non quando gli imprevisti della storia ci fanno tremare le vene dei polsi. In questo caso, mentre la terra ci frana sotto i piedi o i flutti ci sommergono, allora sentiamo che senza di te l’esistenza non conduce da nessuna parte. È allora che il turbamento irrompe, perché ci sembra che la vita non conduca da nessuna parte, tranne nel gorgo della disperazione o del non senso. È allora – forse davanti al turbamento che solo la privazione ultima e primigenia della morte può generare – che possiamo riscoprire il farmaco e il rimedio alla paura stessa: la fiducia in te e nel Padre.
La fede.
Tutto possiamo affrontare con essa nella certezza che la vita stessa, per quanto periglioso possa essere il dispiegarsi del suo tempo, ci conduce a Casa. Non viaggiamo verso il baratro del nulla e, soprattutto, non siamo soli in questo viaggio: tu ci porti assieme a te verso le dimore del Padre tuo e nostro. E come avere una simile certezza? Credendo alla tua Parola, credendo a te che non ci avresti nascosto la verità, se così non fosse.
La tua verità illumina la nostra vita, permettendoci di percorrere la tua via…quella unica che ci conduce alla meta, perché è la ragione ultima del viaggio stesso: l’Amore!
Donaci perciò, Signore Gesù, di epurare i nostri turbamenti dalle facezie inutili per lasciarci interrogare dall’unico salutare turbamento che ci mette davanti alla domanda ultima di senso, scopo, e significato dell’esistenza medesima. Con questa domanda nascerà in noi l’anelito per la ricerca, via necessaria per trovare nella fede la risposta degna d’essere creduta.
In fondo, quante volte abbiamo sentito proclamare questa pagina del vangelo durante le esequie di persone a noi care. È lì – messi a nudo dal dolore davanti la precarietà della nostra condizione umana – che siamo più permeabili alla domanda ultima e ancestrale sul nostro esistere, sul senso del nostro essere piuttosto che il nulla. È lì che la luce della fede, può diradare la tenebra del turbamento; e non perché non abbiamo altro cui aggrapparci ma perché siamo liberati da quelle barriere di futilità dietro le quali ci nascondiamo per non crescere. Restare bambini paurosi del buio ci è più congeniali che entrarvi dentro e scoprire che esso è necessario per contemplare le stelle e prepararci ad una nuova aurora. Entrarvi assieme a te, con la fiducia di chi sa che non ci avresti mai mentito.
Donaci di stringerci a te, come a pietra angolare (cfr. 1 Pt 2,4), perché la nostra vita si edifichi in tal modo da abitare, un giorno, la dimora eterna.
Concedici la forza del tuo Spirito per camminare con le nostre gambe, mettendo i nostri piedi nelle tue impronte cosicché percorriamo la tua Via. Fa che ci lasciamo orientare dalla tua Verità, che illumina anche la notte dei dubbi e sostiene nelle incertezze paurose dei crinali impervi. Rendici conformi alla tua Vita, unica forza che sconfigge la morte.
Facci credere sempre che il Cielo ci attende, attirandoci a sè, se solo ce ne lasciamo trasformare passo dopo passo. Guardando la meta futura, la vita presente produrrà opere che hanno il gusto del Paradiso, i colori del Cielo, il profumo dell’Eternità.
Amen