Pentecoste – anno A

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore

Non bastano di certo, Signore, cinquanta giorni per uscire dalle nostre paure o, meglio, da tutto ciò in cui ci fanno rinchiudere le paure che assediano il nostro cuore. Forse non basta davvero tutta una vita. Alle prime occasioni in cui ci sentiamo circondati da “nemici”, veri o presunti che siano, come i discepoli allora, torniamo a chiuderci in noi stessi, in quelle situazioni che apparentemente sembrano appagare l’ansia per il presente più che per il domani. Il problema però non sono le condizioni avverse, ma la percezione della nostra fragilità, dell’inadeguatezza e povertà che risiedono in noi. Ci pare, allora, che chiuderci, ripiegarci su noi stessi, possa essere il modo per trovare conforto. Ma così non è; almeno non per chi tu hai scelto e chiamato a seguirti.
Abbiamo bisogno di una perenne effusione del tuo Spirito, Cristo Gesù. Una costante Pentecoste nella quale tu, o Maestro, continui a soffiare nelle narici dell’anima nostra l’alito divino che ci ricrei a tua immagine e somiglianza, come già agli albori della creazione.
Viene dunque, o Redentore nostro, in mezzo a noi e alita il tuo Spirito di pace, che pacifichi le tempeste generate dalle nostre paure nella certezza di non saperci mai soli. Tu, sei la nostra pace! E chi t’appartiene non deve temere nulla – tranne se stesso -, anche nel profondo del suo Sheol.
Alita il tuo Spirito perché ci mostri che le nostre ferite non sono debolezza ma forza, perché nell’impotenza nostra si manifesta la tua Grazia che tutto può.
Alita il tuo Spirito perché la gioia sia autentica e non mera apparenza, sapendo rallegrarci di quanto siamo assieme a te, a prescindere da quanto potremo o meno operare grazie a te.
Alita e il tuo Spirito e facci sentire inviati nel mondo a dare quanto abbiamo ricevuto: il tuo Amore, nella certezza che c’è più gioia nel dare che nel ricevere e con la consapevolezza che l’Amore si moltiplica solo per sottrazione.
Alita il tuo Spirito perché sappiamo essere strumenti di quella misericordia che ci è stata riservata; perdonati che perdonano, graziati che graziano perché il mondo creda e credendo vinca le sue paure. In fondo non è la paura che determina la volontà di sopraffazione? Vincere per non essere vinti, uccidere per non morire…
Ma tu, Signore risorto, ci hai liberati da ogni paura: dacci il tuo Spirito perché in te possiamo credere, di te vivere, per te amare.

Amen