III domenica di Pasqua- anno B

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano agli Undici e a quelli che erano con loro ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Parola del Signore

Dobbiamo confessarlo, Signore, pur arrivati nel terzo millennio ancora continuiamo a scegliere, troppo spesso, che sia “graziato” un assassino e rinneghiamo te, il Santo e il Giusto. L’ignoranza ci porta a misurarci con un agire che ci è più consono, più comprensibile, rispetto a quello di Dio che percorre attraversa la porta stretta detta “croce”! Uccidiamo la vita credendo di conservarla, mentre la salviamo solo perdendola, donandola come te…
Questa la conversione che continui a chiederci, riconoscendo che il vero peccato non è compiere ora questa o quella azione ma vivendo come se non vivessimo affatto. Aiutaci a non rinnegare ancora la Vita che tu sei per scegliere un’esistenza che è un assassinio continuo di noi stessi, degli altri e persino di te.
Tu che intercedi per noi non cessare di agire con noi come coi due di Emmaus: manifestati anche quando ce ne andiamo col volto triste, le speranze morte, il cuore freddo, l’anima prigioniera della paura che paralizza. Tu rimprovera, esorta, sprona, infiamma, trasforma e resta con noi perché possiamo – compresa la strada della “follia della croce” – condividere la luce che promana dalla tua resurrezione…donaci di non declinare mai la speranza al passato ma sempre custodirla, nel presente, come motore per il futuro.
Facci comprendere che nella condivisione della nostra esperienza di te, risorto, sui cammini della nostra vita possiamo contemplarti presente in mezzo a noi oggi.
È vero che la paura di false illusioni, di fumose certezze, di fantasiose utopie, ci rendono spesso ostile vedere la realtà oltre le nostre convinzioni, ma tu, Signore Gesù, apri i nostri occhi con la tangibilità della storia; pure con le sue ferite, con te, sarà fonte di gioia concreta, reale, e non velleitaria!
Apri le nostre menti perché possiamo non solo comprendere ma pure accogliere la verità che talune cose “bisogna” che avvengano – seppur dolorose – perché si compia il disegno di salvezza. Come crederlo senza guardare le tue mani e i tuoi piedi; senza toccare le tue piaghe? Impossibile senza! Impossibile senza mangiare quel pesce che parla di “convivialità”, oltre la necessità del mangiare che tu, risorto, più non hai!
Rendici discepoli che sanno spezzare il pane della condivisione oltre il necessario del vivere.
Non indugiare; dopo aver aperto occhi e mente, spalanca il cuore perché tutto questo cominciamo a viverlo a “partire da Gerusalemme”. In altre parole, da casa nostra!
Rendici testimoni della vita che non può essere imbrigliata dalla morte; della sovrabbondanza del tuo amore oltre ogni peccato nostro; della pace che tu doni quando, fra noi, sappiamo riconoscerti “al centro”, in mezzo; testimoni della gioia che non occulta le ferite ma le contempla trasfigurate; dell’amore più forte d’ogni male.
Donaci di essere testimoni del fatto che tutto deve “compiersi” – in noi come in te – di ciò che “è scritto”. Facci accogliere e vivere tutto ciò che è scritto, come necessario perché il bene trasformi il male, le ferite siano guarite, la vita trionfi ancora sulla morte.

Amen