Pregando la Parola
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Parola del Signore.
Guardare e non vedere… scorgere e non contemplare, ottenebrati dall’arroganza del male e impediti per le nostre cecità.
Mistero “iniquitatis” che grida al Cielo una domanda di senso, specie verso il dolore e il dolore innocente… “Perché?”
Non sappiamo più vedere, probabilmente, perché non sappiamo più ascoltare. Non sappiamo fare come il Battista che “non ti conosceva” ma ha saputo riconoscerti perché in atteggiamento di ascolto di quello Spirito che sa mostrare la realtà oltre l’apparenza…
La nostra cecità si radica nella primordiale disobbedienza del non voler ascoltare la voce di Dio, nello scegliere di non aver fiducia, assecondando il sospetto insinuatoci costantemente dal maligno.
Non hanno ascoltato i nostri progenitori e, caduti nel peccato, si sono nascosti allo sguardo di Dio perché incapaci ormai di vederne la bontà paterna. Così il Creatore, da amico con cui passeggiare sul far della sera nel giardino della vita, è divenuto il nemico da temere, sfuggire, eludere invece che abbracciare.
In loro, noi pure, abbiamo intrapreso la via dell’autosufficienza e, non volendo lasciarci condurre con fiducia, ci siamo smarriti come ciechi che vagano a tentoni per i meandri della storia sotto questo Cielo chiuso, buio, e – in quanto incapaci di ascoltarne la voce – per noi muti.
Per questo, il Battista, ultimo e più grande tra i profeti che preparano il tuo avvento, Signore Gesù, ti indica al mondo come l’Agnello di Dio che ne toglie il peccato.
Tolto il peccato possiamo tornare ad ascoltare, con Te, la voce dal Cielo; per Te, possiamo vedere lo Spirito venire a noi; in Te possiamo contemplare la presenza di Dio, anche nelle tenebre della storia, quale salvezza che illumina e rivela il senso nascosto, pur occultano dalla coltre dei nostri perché!
Caricati dunque, o Signore, del nostro peccato affinché possiamo essere sanati dalle nostre sordità e così esser guariti da ogni cecità: potremo vedere nuovamente la luce del Bene e godere il calore dell’Amore che sei venuto ad irradiare nel mondo, oltre l’oscurità di ogni male. Quell’amore che rende credibile la testimonianza della nostra fede in te, o Maestro.
Amen