Pregando la Parola
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra.
Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore.
Salire, salire sempre, salire comunque!
Anche quando, ragionando secondo il mondo, sarebbe più facile percorrere vie comode, fatte di compromesso, quieto vivere, abdicazione dalle responsabilità o dalla verità.
Non è facile, bisogna ammetterlo – muovendo i primi passi nel deserto quaresimale -, come non lo fu per Abramo chiamato a lasciare la sua terra per divenire straniero, entrando in una apparente “maledizione” per essere invece benedetto da te, Signore. Non fu facile per Mosè, chiamato non solo a condurre il tuo popolo, ma anche a “mediare” tra questo e il “Dio dei padri”; come non fu facile per Elia profeta, strenuo difensore della fedeltà a Dio e dell’osservanza della tua Parola. E certamente non fu facile per te, Cristo Gesù salire l’irta ed impervia altura del Golgota per farti carico del peccato di ogni uomo. Si, o Signore, sarebbe più tranquillo tirarti da una parte – come Simon Pietro, sei giorni prima della trasfigurazione – per convincerti a “non salire a Gerusalemme…e noi con te. Non è mai facile salire! Costa fatica, sudore, lacrime e sangue, ma è necessario.
Non fu facile, o Maestro, salire la cima della volontà del Padre, discendendo nell’abisso più profondo – per il Figlio di Dio – del venir trattato da peccato in nostro favore (2Cor 5,21): non fu facile ma fu giusto, secondo il progetto della nostra salvezza. Tu sei salito discendendo, affinché noi – così inclini a discendere negli “anfratti” più remoti della distanza da Dio, che è il peccato – potessimo tornare a salire con te. Questa la strada dal Tabor al Calvario e dal Calvario al Cielo.
Una strada difficile da percorrere per noi, come ieri per Simon Pietro, nell’accettare che tu, il Maestro, potessi subire tale sorte e, oltretutto, la indicassi pure ai tuoi discepoli d’ogni tempo. Come potremo mai riuscirci? Solo se ci prendi conte, o Gesù, come prendesti Pietro, Giacomo e Giovanni.
Se non fossi tu a “prenderci”, noi resteremmo chiusi nelle nostre considerazioni e ragionamenti umani di “convenienza” – e talora, connivenza –, piuttosto che ascoltare la voce dello Spirito del Padre che ci chiama a obbedire per fare la cosa giusta. Allora, o Maestro, prendici con te. Facci salire assieme a te negli orizzonti di Dio così diversi dalle nostre spigolose e contorte prospettive umane. Resteremo ammaliati dal contemplare la vita che si trasfigura a tua immagine, piuttosto che sfigurarsi con l’orrore del peccato.
Allora, o Signore, rendici docili nell’ascoltarti per salire negli orizzonti del Padre e, avvolti dalla nube dello Spirito, imparare da te, Figlio amato, a discendere per la via dell’umile fiducia nell’amore di Dio in ogni momento della vita, gioioso o di prova che sia.
Con te, saremo noi pure trasfigurati e trasfiguranti il mondo.
Amen