II Domenica di Natale – anno C 2022

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me,perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

Quali parole auliche, Signore, ha usato Giovanni nel prologo del suo vangelo per dischiuderci la sublimità del mistero che abbiamo appena celebrato nel tuo Natale.
Parole di cui i più, oggi, hanno smarrito il senso proprio per la poca familiarità con i discorsi “su Dio”, con la teologia!
Eppure, dentro le altisonanti parole, c’è la bellezza di questo annuncio semplice e sconvolgente, al tempo stesso. Dio non è più distante, lontano residente dei Cieli, ma si è fatto vicino, ha posto la sua abitazione fra di noi in te, Cristo Gesù, Suo Verbo eterno, suo Figlio Unigenito generato prima del tempo.
Verbo; Unigenito; generato…categorie così complicate da far nostre, se non potessimo vederle nella semplicità del tuo volto che giace, bambino, nella mangiatoia di Betlemme. Semplicità! Come semplice ci è capire che la vita sia luce e sia per noi una grazia, una verità, poterne beneficare. Però dobbiamo pur ammettere che non sempre siamo disposti ad accoglierla, preferendo le più comode tenebre in cui nascondere le nostre miserie, le cattive abitudini, i compromessi, l’indifferenza che ci rende “bradipi” nell’esistere.
Eppure le tenebre – quelle che ci circondano, come quelle che ci portiamo dentro – non possono spegnere questa luce che brilla in esse e che può affascinarci a tal punto da farci innamorare della vita così da volerla accogliere, far nostra, appartenerle e diventare a nostra volta luce profetica per il mondo, come il Battista. Non siamo noi la luce, ma la vita che tu, Signore, accendi in noi ci rende suoi portatori. Illuminati dalla vita, illuminiamo di vita.
Tu sei venuto a condividerci la luce che la vita è. E la luce si accende, si trasmette solo per “contatto”. Per questo hai fatto tua la nostra carne, l’hai assunta, per accendere in essa la luce della tua vita e la nostra vita, altrimenti buia, potesse illuminarsi.
Sconvolgente il dono ricevuto: noi che siamo tenebra, possiamo divenire luce; noi che siamo mortali, possiamo condividere la tua vita immortale; noi che siamo uomini, possiamo essere figli di Dio. Mirabile scambio tra le tua natura divina e la nostra umana.
Donaci allora, Figlio di Dio fattosi figlio dell’Uomo, di accogliere questa grazia, di corrispondere questo dono, di vivere di questa Vita, di portare – col nostro agire – questa verità, di camminare in questa terra sapendo che ormai possiamo dimorare il Cielo perché l’Eterno, in te, abita il tempo e ne fa preludio di eternità.

Amen