Abbiamo veramente bisogno di “alzarci”, Signore, perché le nebbie fitte della storia spesso ci prostrano, come pure le tenebre del male ci abbattono, rendendo difficile percorrere il pellegrinaggio che è la vita.
Come sollevarci, Signore?
Come non sentirci alla deriva, brancolando nel buio senza una meta, uno scopo, per cui valga la pena mettersi in viaggio?
Come trovare qualcosa, o meglio qualcuno che faccia dilatare e palpitare ancora il cuore?
Donaci occhi per vedere la tua luce che brilla su noi e volontà per volercene rivestire cosicché tutto divenga luminoso, pure la caligine che dobbiamo attraversare…
Allora saremo tanto raggianti non solo per noi stessi ma pure per quanti ti cercano; potranno, loro pure, attraverso noi, venire a te.
Concedici un’anima capace di volgere lo sguardo al Cielo e l’inquietudine per farlo specie nelle nostre “notti”, quando tutto pare spegnersi e, proprio per questo, è possibile scorgere la luce della fede.
Donaci di camminare in questa luce che sola può guidarci nel cammino verso la meta che tu stesso sei, come fu per i santi Magi.
Donaci di camminare, come loro, assieme perché la condivisione sia risorsa e la comunione forza nell’andare, come nel superare la prova. E se per la fatica del cammino dovessimo sentirci disorientati, stanchi e feriti, o persino la fede sembrasse poter venir meno, facci trovare nella tua Parola il coraggio di perseverare: noi pure ritroveremo la gioia, rivedendo la stella – “che avevamo visto nel suo sorgere” – riaprirci la via. Infatti la tua luce non cessa mai di brillare su noi. Se ci capita di non vederla è solo perché possiamo – per i dolori del viaggio – lasciare che il peso dei giorni ci faccia abbassare lo sguardo, oltre che curvare inevitabilmente le spalle per il fardello del male.
Non a caso ci hai insegnato che solo con la nostra “perseveranza salveremo la nostra vita” (Lc 21,19).
Dacci questa perseveranza nella gioia come nel dolore, nella speranza tanto quanto nello sconcerto di vederci crollare tutto addosso…Sapremo raggiungere la Casa dove ci attendi, non solo quaggiù ma pure lassù!
Aiutaci ad aprirti lo scrigno del cuore, riconoscendoti nostro Re, Dio e Salvatore.
Un Re che merita tutto il nostro “oro”, perché non ci esautori di potestà ma ci concedi la facoltà di regnare noi stessi con te.
Un Dio cui offrire tutto l’incenso della nostra preghiera, perché – elevandoci a te – con essa profumi la nostra stessa esistenza.
Un Salvatore che non promette facili strade, non edulcora la realtà, non sottrae alla durezza del vivere ma le concede speranza, prendendo su te la nostra morte per porre su noi tua vita senza tramonto.
Donaci, infine, l’invettiva dell’Amore capace di aprire sempre nuove strade per rimetterci in “viaggio” fino all’incontro definitivo con te, dove tua Madre – e non solo la Chiesa di cui essa è figura – ci introdurrà alla gioia senza fine con la visione beata del Cielo.
Amen