Battesimo di Gesù – anno C – 2022

Pregando la Parola

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

Abbiamo bisogno, Signore, di profeti che annuncino consolazione, che parlino al cuore delle nostre città, come allora a Gerusalemme, e portino liete notizie e dicano che è finita la tribolazione.
Abbiamo bisogno di vedere la tua gloria e di uomini e donne che ci aiutino a riconoscerla ma, troppo spesso, abbiamo dimenticato che essa si manifesterà quando “ogni valle sarà innalzata, ogni monte e ogni colle saranno abbassati; il terreno accidentato sarà trasformato in piano e quello scosceso in vallata” (cfr. Is 40,1-5.9-11). In altre parole quando, al dono di Dio, corrisponderà il nostro impegno responsabile, allora avremo occhi per vedere la tua gloria, avendoli epurati dalla superbia, dall’orgoglio che ci separa gli uni dagli altri come le valli distanziano i monti.
Abbiamo bisogno di questi profeti, Signore!
Eppure tu ci ricordi che, proprio in virtù del nostro battesimo – di cui facciamo oggi memoria ricordando il tuo -, questi profeti dobbiamo essere noi. Se abbiamo fatto l’esperienza della tua consolazione, della tua consolante presenza in noi, col balsamo del tuo Spirito, allora siamo noi a poter consolare le nostre città, spesso aride come il deserto per la distanza tra quanti le abitano.
È questa la missione di cui ci hai resi partecipi, rendendoci con te figli del Padre. Benché salvati “non per opere giuste da noi compiute, ma per la tua misericordia” (cfr. Tt 3.5), ora ci chiami a vivere secondo il dono ricevuto “rinnegando l’empietà e i desideri mondani e vivendo in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della tua gloria” (cfr. Tt 2,12-13).
E come potremo farlo, Signore Gesù, senza sentirci, con e come te, figli amati in cui il Padre si compiace?
Amati semplicemente per grazia, in quanto figli.
Compiacenti il Padre perché corrispondiamo all’amore ricevuto, amandolo gratuitamente con l’amare chi ci sta accanto.
Verrebbe da chiederci perché, o Maestro, tanto spesso ci sentiamo tutt’altro che amati e, ancor meno, sperimentiamo di sentire compiacimento del Padre?
Forse il racconto odierno del vangelo, ci fornisce un indizio in più.
Luca, a differenza degli altri evangelisti, ci dice che tu sentisti la voce del Padre e vedesti i Cieli aperti, con lo Spirito che si posava su di te, non durante il battesimo ma immediatamente dopo mentre stavi in preghiera!
Non sarà, per questo, che non sentiamo più l’essere figli amati, che sono la gioia del Padre, proprio perché abbiamo perduto il gusto della relazione con Dio di cui la preghiera è segno, strumento e frutto stesso? Sappiamo pregare? Abbiamo il gusto della preghiera? La nostra preghiera è relazione o, purtroppo, ancora semplice reiterazione di formule fredde e senz’anima?
Come potremo ancora sentire la voce di Dio e vedere aprirsi i Cieli se non sappiamo più fare silenzio per ascoltare e alzare lo sguardo per poter vedere? Figli di un tempo chiassoso e frastornante, che ci porta solo a guardare in basso alla nuda terra, più che figli dell’Altissimo, abbiamo smarrito il sapore amabile dell’incontrare Dio nella preghiera. E smarrito Dio, forse siamo diventati incapace di incontrare pure il prossimo.
Donaci, Signore Gesù, la giusta consapevolezza del valore del tempo per darci il tempo dell’incontro, sapendo alzare lo sguardo verso l’Alto e, così facendo, pure verso ogni altro che ci sta accanto.
Sapremo riscoprire la bellezza del saperci figli amati e del sentirci il compiacimento del Padre, assieme a te, nella comunione di grazia che è frutto dello Spirito.

Amen